ore 12.00 Bar Pontile (Lungomare Lerici)
Buddhismo e Sapienza Greca: convergenze e parallelismi. Con Ettore Fili, studioso di Buddhismo e Taeri Sunim, monaco buddhista.
Si è svolto questa mattina, 20 Luglio, il primo atteso incontro di Mythoslogos, la rassegna sulla sapienza, l’arte e la cultura dell’antichità greco-romana. Per aprire la rassegna è stato scelto di analizzare la sapienza Greca mettendola a confronto con il Buddhismo, presentando le analisi di due importanti ospiti: il Monaco buddhista Taeri Sunim e Ettore Fili, prestigioso studioso di Buddhismo, che, pur non potendo essere presente personalmente a Lerici, ha fornito un documento scritto che è stato letto e approfondito da Angelo Tonelli, direttore artistico di Mythoslogo. La conferenza è stata innanzitutto confronto interdisciplinare: comparazione dei diversi modi di analizzare le questioni comuni a tutta l’umanità.
Taeri Sunim, ha innanzitutto introdotto il dialogo tra il Buddhismo e la Filosofia Classica, spiegando come lo scopo della conferenza fosse quello di creare un ponte fra i due mondi mettendo in luce tutti gli elementi culturali già esistenti in Occidente considerati vicini alla pratica buddhista.
Uno degli aspetti principali che troviamo nel Buddhismo e che è sicuramente affine al mondo della sapienza Greca, è indubbiamente la lezione socratica sulla conoscenza, tramite la Maieutica ovvero il metodo dialettico di indagine basato sul dialogo. Nel buddhismo troviamo una vicinanza con l’utilizzo dei cosiddetti Koen durante le meditazioni: queste espressioni verbali criptiche, curiose e svolgono un lavoro importante verso la nostra capacità logica. Sono costruite intorno o prese dai detti e fatti degli antichi maestri Zen, o occasionalmente anche dagli eventi mitici e storici nella vita del Buddha.
Sia dalla lezione di Taeri Sunim che dallo scritto di Folli risulta evidente come felicità e sapienza siano strettamente correlate e dipendenti fra di loro in egual modo nella filosofia greca e quella buddista: siamo felici se riusciamo a raggiungere la consapevolezza. Consapevolezza di sé, consapevolezza del bene e del male, consapevolezza dei desideri e di come gestirli; comprensione innanzitutto come forma di controllo.
“Normalmente il Dharma è suddiviso in due aspetti: quello mondano, che mira a creare buon karma e felicità e comporta un equilibrio delle proprie passioni ed emozioni; e quello sovramondano, che mira all’illuminazione e comporta il distacco sereno da tutte le passioni mondane - spiega il Monaco Buddhista- Il primo, quello mondano, è probabilmente quello che si sta affermando di più nell’occidente moderno, tecnologico, scientifico, edonista. Molti sono quelli interessati ad apprendere il Dharma per motivi di salute fisica e mentale o per trovare più serenità nella propria vita, ma pochi farebbero una scelta di vita che li portasse a rinunciare ai propri possedimenti materiali e affettivi”.
Il tentativo di ricercare una felicità terrena senza l’ausilio di un dio si trova sia nel Buddhismo che in una delle radici del pensiero Greco, l’epicureismo, movimento ateo fondato da Epicuro nel IV secolo a.C.
“La felicità si identifica in quello stato di serenità interiore e equilibrata saggezza che è l’atarassia. L’assenza del dolore fisico e del turbamento (inquietudine) morale deve essere ricercato dal saggio senza superficialità o dissolutezza perché causerebbe più mali che piaceri. Per Epicuro l’atarassia è uno stato di delicato equilibrio interiore che se praticato da tutti può generare una società sana, giusta e armoniosa”.
In Epicuro i desideri e le passioni non sono totalmente banditi ma assecondati nella misura in cui portano beneficio e non sofferenza. La piena responsabilità dell’agire umano è data all’individuo proprio come fa il buddhismo, dandogli in tal modo piena dignità. L’inferno consiste nelle angosce e i timori che risiedono nella coscienza.
“Nel Buddhismo il concetto di Via di Mezzo, il giusto equilibrio fra gli estremi dell’ascetismo e del sensualismo, permea i principi etici laici e quindi della sfera mondana. Molti sono i punti in cui l’etica buddhista coincide con quella epicurea, soprattutto per ciò che concerne la saggezza mondana, quella che permette di vivere in questo mondo del Samsara in modo meno sofferente possibile. L’epicureismo del resto afferma che le ultime angosce, quelle esistenziali cessano solo con la morte, che per loro è la fine dell’individuo”.
Buddhismo e Sapienza Greca: convergenze e parallelismi. Con Ettore Fili, studioso di Buddhismo e Taeri Sunim, monaco buddhista.
Si è svolto questa mattina, 20 Luglio, il primo atteso incontro di Mythoslogos, la rassegna sulla sapienza, l’arte e la cultura dell’antichità greco-romana. Per aprire la rassegna è stato scelto di analizzare la sapienza Greca mettendola a confronto con il Buddhismo, presentando le analisi di due importanti ospiti: il Monaco buddhista Taeri Sunim e Ettore Fili, prestigioso studioso di Buddhismo, che, pur non potendo essere presente personalmente a Lerici, ha fornito un documento scritto che è stato letto e approfondito da Angelo Tonelli, direttore artistico di Mythoslogo. La conferenza è stata innanzitutto confronto interdisciplinare: comparazione dei diversi modi di analizzare le questioni comuni a tutta l’umanità.
Taeri Sunim, ha innanzitutto introdotto il dialogo tra il Buddhismo e la Filosofia Classica, spiegando come lo scopo della conferenza fosse quello di creare un ponte fra i due mondi mettendo in luce tutti gli elementi culturali già esistenti in Occidente considerati vicini alla pratica buddhista.
Uno degli aspetti principali che troviamo nel Buddhismo e che è sicuramente affine al mondo della sapienza Greca, è indubbiamente la lezione socratica sulla conoscenza, tramite la Maieutica ovvero il metodo dialettico di indagine basato sul dialogo. Nel buddhismo troviamo una vicinanza con l’utilizzo dei cosiddetti Koen durante le meditazioni: queste espressioni verbali criptiche, curiose e svolgono un lavoro importante verso la nostra capacità logica. Sono costruite intorno o prese dai detti e fatti degli antichi maestri Zen, o occasionalmente anche dagli eventi mitici e storici nella vita del Buddha.
Sia dalla lezione di Taeri Sunim che dallo scritto di Folli risulta evidente come felicità e sapienza siano strettamente correlate e dipendenti fra di loro in egual modo nella filosofia greca e quella buddista: siamo felici se riusciamo a raggiungere la consapevolezza. Consapevolezza di sé, consapevolezza del bene e del male, consapevolezza dei desideri e di come gestirli; comprensione innanzitutto come forma di controllo.
“Normalmente il Dharma è suddiviso in due aspetti: quello mondano, che mira a creare buon karma e felicità e comporta un equilibrio delle proprie passioni ed emozioni; e quello sovramondano, che mira all’illuminazione e comporta il distacco sereno da tutte le passioni mondane - spiega il Monaco Buddhista- Il primo, quello mondano, è probabilmente quello che si sta affermando di più nell’occidente moderno, tecnologico, scientifico, edonista. Molti sono quelli interessati ad apprendere il Dharma per motivi di salute fisica e mentale o per trovare più serenità nella propria vita, ma pochi farebbero una scelta di vita che li portasse a rinunciare ai propri possedimenti materiali e affettivi”.
Il tentativo di ricercare una felicità terrena senza l’ausilio di un dio si trova sia nel Buddhismo che in una delle radici del pensiero Greco, l’epicureismo, movimento ateo fondato da Epicuro nel IV secolo a.C.
“La felicità si identifica in quello stato di serenità interiore e equilibrata saggezza che è l’atarassia. L’assenza del dolore fisico e del turbamento (inquietudine) morale deve essere ricercato dal saggio senza superficialità o dissolutezza perché causerebbe più mali che piaceri. Per Epicuro l’atarassia è uno stato di delicato equilibrio interiore che se praticato da tutti può generare una società sana, giusta e armoniosa”.
In Epicuro i desideri e le passioni non sono totalmente banditi ma assecondati nella misura in cui portano beneficio e non sofferenza. La piena responsabilità dell’agire umano è data all’individuo proprio come fa il buddhismo, dandogli in tal modo piena dignità. L’inferno consiste nelle angosce e i timori che risiedono nella coscienza.
“Nel Buddhismo il concetto di Via di Mezzo, il giusto equilibrio fra gli estremi dell’ascetismo e del sensualismo, permea i principi etici laici e quindi della sfera mondana. Molti sono i punti in cui l’etica buddhista coincide con quella epicurea, soprattutto per ciò che concerne la saggezza mondana, quella che permette di vivere in questo mondo del Samsara in modo meno sofferente possibile. L’epicureismo del resto afferma che le ultime angosce, quelle esistenziali cessano solo con la morte, che per loro è la fine dell’individuo”.
Ore 19.00 Castello di San Terenzo
Inaugurazione della mostra Nel nome di Dioniso a cura di Antonietta Grassi e Susanna Salvi. La mostra raggruppa le maschere e gli oggetti di scena delle rappresentazioni teatrali della Compagnia Teatro Iniziatico dell'Ass. Arthena. Saranno esposti anche i bozzetti delle scenografie, realizzati da Giuliano Diofili e le fotografie degli spettacoli di Ugo Ugolini e Marco Angella. La mostra ospita anche il film Nell'uovo d'argento di Marco Colli, dedicato alle aree archelogiche della Magna Grecia. La serata d'inaugurazione prevede l'esibizione di Paola Polito che canterà in greco antico musiche da lei stessa composte, tratte dagli spettacoli. Verrà offerto un aperitivo greco. Ore 21.30 Belvedere dietro il Molo di Lerici
A cura della Società Marittima di Mutuo Soccorso di Lerici. Piero Ceppodomo (Soc. Marittima) e Roberto Zambelli (Pres. Astrolunae) hanno presentato Il cielo sopra Platone, osservazione astronomica con i telescopi, tra mitologia e scienza. |
Le foto sono di Alberto Alcozer, Solange Passalacqua e Società Marittima di Mutuo Soccorso.