Ore 12.00, Bar Pontile - Lungomare di Lerici
Il filo della grecità dalla Grecia, al Metaponto, a Roma fino a noi, intervento di Gabriella Molli
di Solange Passalacqua
Ancora una volta, nella splendida cornice del Bar Pontile a Lerici, una conferenza ricca di spunti e idee interessanti. L'intervento di Gabriella Molli, giornalista, studiosa della gastronomia della Lunigiana storica, è stato impreziosito dalla degustazione di alcuni piatti di origine greca, sapientemente preparati dal gestore del locale. E' la stessa Gabriella a suggerirci come approciare il palato a questi sapori antichi e come gustare queste meraviglie culinarie. E in un momento sociale in cui sembra che non si parli d'altro che di cucina (si pensi a quante trasmissioni televisive si sprecano sull'argomento), la sua idea è veramente rivoluzionaria.
Un viaggio, attraverso i sapori della cucina greca, senza tralasciare i riferimenti al mito e alla storia, per arrivare fino a ciò che abbiamo nel piatto ai nostri tempi.
Gabriella ci spiega che, nell'antichità, la donna era predisposta alla lavorazione di erbe e farine, mentre l'uomo si dedicava alla caccia e alla preparazione degli arrosti e della cottura delle carni. La cucina della Grecia antica è una cucina semplice, alla base della quale c'è il pane, la cui lavorazione gli Elleni avevano appreso dagli antichi Egizi. La preparazione dei piatti aveva due tipi di valenze: una religiosa, di invocazione alle divinità, e una sessuale, per la fertilità della donna.
Troviamo, nella cucina greca, lo yogurth, spesso unione tra il latte di pecora e quello di capra, dal sapore fortemente acidulo, il cetriolo, i semi di sesamo, i ceci (predisposti alla fertilità maschile), il cavolfiore (che ricorda il ventre materno), la feta, che spesso veniva consumata al posto della carne, il prezzemolo e l'origano (piante che venivano messe in tavola per invocare la fecondità della donna), la salvia e il rosmarino (che, invece, erano usate per la felicità).
La cucina greca è caratterizzata, quindi, da un grande rigore e ordine, con pochi ingrendienti semplici. Alcuni di questi elementi si trovano anche nei nostri piatti.
I Romani hanno chiaramente appreso molto da Greci, che spesso chiamavano in qualità di cuochi. Nella loro cucina ritroviamo molti ingrendienti ellenici, come i ceci. Essi facevano un grande uso della pasta, come omaggio alla dea Cerere, che doveva assicurare loro la fertilità. La loro era una cucina di strada, perchè le cucine, intese come luoghi dove venivano preparati e cotti i cibi, si trovavano soltanto nelle case dei ricchi. I poveri mangiavano per strada.
Troviamo anche due salse nella tavola romana: il garrum e il moretum. Veniva usate per insaporire carne e pesce. Al tino sono state ritrovate anfore romane piene di garrum (forse erano importatori?).
Il filo della grecità dalla Grecia, al Metaponto, a Roma fino a noi, intervento di Gabriella Molli
di Solange Passalacqua
Ancora una volta, nella splendida cornice del Bar Pontile a Lerici, una conferenza ricca di spunti e idee interessanti. L'intervento di Gabriella Molli, giornalista, studiosa della gastronomia della Lunigiana storica, è stato impreziosito dalla degustazione di alcuni piatti di origine greca, sapientemente preparati dal gestore del locale. E' la stessa Gabriella a suggerirci come approciare il palato a questi sapori antichi e come gustare queste meraviglie culinarie. E in un momento sociale in cui sembra che non si parli d'altro che di cucina (si pensi a quante trasmissioni televisive si sprecano sull'argomento), la sua idea è veramente rivoluzionaria.
Un viaggio, attraverso i sapori della cucina greca, senza tralasciare i riferimenti al mito e alla storia, per arrivare fino a ciò che abbiamo nel piatto ai nostri tempi.
Gabriella ci spiega che, nell'antichità, la donna era predisposta alla lavorazione di erbe e farine, mentre l'uomo si dedicava alla caccia e alla preparazione degli arrosti e della cottura delle carni. La cucina della Grecia antica è una cucina semplice, alla base della quale c'è il pane, la cui lavorazione gli Elleni avevano appreso dagli antichi Egizi. La preparazione dei piatti aveva due tipi di valenze: una religiosa, di invocazione alle divinità, e una sessuale, per la fertilità della donna.
Troviamo, nella cucina greca, lo yogurth, spesso unione tra il latte di pecora e quello di capra, dal sapore fortemente acidulo, il cetriolo, i semi di sesamo, i ceci (predisposti alla fertilità maschile), il cavolfiore (che ricorda il ventre materno), la feta, che spesso veniva consumata al posto della carne, il prezzemolo e l'origano (piante che venivano messe in tavola per invocare la fecondità della donna), la salvia e il rosmarino (che, invece, erano usate per la felicità).
La cucina greca è caratterizzata, quindi, da un grande rigore e ordine, con pochi ingrendienti semplici. Alcuni di questi elementi si trovano anche nei nostri piatti.
I Romani hanno chiaramente appreso molto da Greci, che spesso chiamavano in qualità di cuochi. Nella loro cucina ritroviamo molti ingrendienti ellenici, come i ceci. Essi facevano un grande uso della pasta, come omaggio alla dea Cerere, che doveva assicurare loro la fertilità. La loro era una cucina di strada, perchè le cucine, intese come luoghi dove venivano preparati e cotti i cibi, si trovavano soltanto nelle case dei ricchi. I poveri mangiavano per strada.
Troviamo anche due salse nella tavola romana: il garrum e il moretum. Veniva usate per insaporire carne e pesce. Al tino sono state ritrovate anfore romane piene di garrum (forse erano importatori?).
ore 16.00 - 19.00 Piazzetta Tarabotto, Giardini Pubblici
Vestivamo all'antica, valenze sociali e vanità nella moda romana. Laboratorio per adulti e bambini curato dal Museo del Castello di La Spezia e dalla Cooperativa Zoe (Amanda Moruzzo e Sara Lenzoni.
Vestivamo all'antica, valenze sociali e vanità nella moda romana. Laboratorio per adulti e bambini curato dal Museo del Castello di La Spezia e dalla Cooperativa Zoe (Amanda Moruzzo e Sara Lenzoni.
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ore 21.30 Palco della Rotonda - Giardini di Lerici
Concerto degli Evìn Evàn: Hellenomania, notte greca al ritmo del sirtaki e del rebetikon. Con Dimitris Kotsiouros: bouzouki, baglamas, cori; Giorgio Strimpakos: baglamas, voce; Simone Branchesi: fisarmonica, cori; Daniele Ercoli: contrabbasso, cori; Luca Cioffi: darbuka, percussioni a cornice, def; Emiliano Maiorani: chitarra; Francesca Palombo: fisarmonica, voce.
L'orchestra di musica greca Evì Evàn propone il ritmo del rebetiko dal Novembre 2007. Il rebetiko è un idioma musicale che per i suoi forti contenuti ribelli fu perseguitato e censurato dal 1934 al 1945 fino al punto che gli stessi strumenti musicali dei “rebetis" vennero vietati. Canzoni di storie d’amore maledetto, disavventure della vita, passione per musica, vino e narghilè, trovano espressione in musiche dove i ritmi dell’allegria si alternano alle melodie melanconiche in un viaggio sonoro che si snoda fra Istanbul e Atene; da Smirne a Salonicco. Attraverso il rebetiko, che fonde sonorità occidentali e orientali e che per i suoi temi è stato paragonato al Fado e al Blues, l'orchestra porta il suo messaggio di fratellanza, multiculturalità ed uguaglianza.
www.evievanrebetiko.com, www.facebook.com/evievan.rebetiko, [email protected]
Concerto degli Evìn Evàn: Hellenomania, notte greca al ritmo del sirtaki e del rebetikon. Con Dimitris Kotsiouros: bouzouki, baglamas, cori; Giorgio Strimpakos: baglamas, voce; Simone Branchesi: fisarmonica, cori; Daniele Ercoli: contrabbasso, cori; Luca Cioffi: darbuka, percussioni a cornice, def; Emiliano Maiorani: chitarra; Francesca Palombo: fisarmonica, voce.
L'orchestra di musica greca Evì Evàn propone il ritmo del rebetiko dal Novembre 2007. Il rebetiko è un idioma musicale che per i suoi forti contenuti ribelli fu perseguitato e censurato dal 1934 al 1945 fino al punto che gli stessi strumenti musicali dei “rebetis" vennero vietati. Canzoni di storie d’amore maledetto, disavventure della vita, passione per musica, vino e narghilè, trovano espressione in musiche dove i ritmi dell’allegria si alternano alle melodie melanconiche in un viaggio sonoro che si snoda fra Istanbul e Atene; da Smirne a Salonicco. Attraverso il rebetiko, che fonde sonorità occidentali e orientali e che per i suoi temi è stato paragonato al Fado e al Blues, l'orchestra porta il suo messaggio di fratellanza, multiculturalità ed uguaglianza.
www.evievanrebetiko.com, www.facebook.com/evievan.rebetiko, [email protected]
Le foto sono di Solange Passalacqua. La foto di Evìn Evàn è stata fornita dal gruppo.